REGIONE ABRUZZO - PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2014-2022 - MISURA 16.1 

Partenariato Europeo per l’Innovazione 

PEI G.O. FOR. INVICTA 

Innovazioni per una Gestione Forestale Attiva e Sostenibile 

FASE 1 

Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI (Partenariato Europeo per l’Innovazione) in materia di produttività e sostenibilità in agricoltura

Fase di Avvio/Setting up

Con Determinazione dirigenziale n. DPD022/31 del 1.03.2022 Progressivo n. 2305/22 la Regione Abruzzo, nell'ambito del Psr Abruzzo  2014-2020, ha approvato il 1° step del progetto presentato nell'ambito della Misura 16.1 - Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI (Partenariato Europeo per l’Innovazione).

Composizione del Gruppo Operativo:

Capofila - Impresa Agricola e Forestale:

1. FOREST MANAGEMENT - CONSORZIO PER LA GESTIONE FORESTALE ATTIVA E SOSTENIBILE


Partner Operativo - Impresa Agricola e forestale:

1. MEC. FOR. Meccanizzazione Forestale Soc. Coop. Agr. For.

2. AMPLERO FORESTALE Soc. Agr. Coop. For.

3. LEGNAMICA Soc Coop  Agr  For

4. VALLE SUBEQUANA Soc. Agr. Coop.

5. VALLE DEL RAIALE Soc. Coop. Agr. For.

6. CO.L.A.FOR.  Consorzio Lavori Agro-Forestali Soc Coop Agr SpA

7. ATERNO BOSCHI Soc. Coop. Agricola ar.l.


Partner Territoriale - Impresa Forestale:

FORESTABRUZZO - CONSORZI FORESTALI ASSOCIATI 


Partner Istituzionale – Ente di Ricerca:

CNR – IBE Istituto per la BioEconomia

Dipartimento di Scienze Bio Agroalimentari – Consiglio Nazionale delle Ricerche

Descrizione del progetto

3.1 - Analisi del contesto e dei fabbisogni di innovazione

Il settore forestale, nella Regione Abruzzo, sebbene abbia dimostrato una forte ed indomita “resilienza” da cui il titolo “INVICTA” è in drastica riduzione da anni, sia per volumi di vendita e fatturato, che di operatori attivi.

 

Il bene bosco, riconosciuto dalle linee di indirizzo europee, in un contesto storicamente antropizzato, può trovare nella attiva e razionale gestione (in contrapposizione all’abbandono delle attività colturali), uno degli strumenti fondamentali per la sua effettiva tutela e valorizzazione nel medio lungo periodo, nell’interesse dell’individuo e della collettività, garantendo la sicurezza e il presidio del territorio, la salvaguardia del paesaggio e della biodiversità, il contrasto dei fenomeni di abbandono e di declino demografico, il sostegno e il rilancio dei processi di sviluppo socioeconomico locale e del sistema paese.

 

La filiera forestale risulta perno di bilanciamento fondamentale tra fattori ambientali, paesaggistici, protettivi e di resilienza del capitale naturale, la necessità di modelli produttivi, sostenibili e a basso impatto ed infine la necessità di integrazione, anche culturale e turistica, tra tutti gli attori del territorio montano per generare nuovi modelli energetici che diano reddito e sviluppo sostenibili, come anche ribadito nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS).

 

Negli ultimi sessanta anni si stima che la superficie forestale nazionale si sia triplicata a discapito di aree agricole e pascolive abbandonate nelle quali si registra una lenta e  progressiva espansione naturale del bosco (la Superficie Agricola Totale – SAT è diminuita negli ultimi 20 anni del 24%). La superficie forestale italiana è stimata in oltre 11 milioni di ettari, pari a oltre il 35% del territorio nazionale e la nostra regione, conosciuta come la “regione verde l’Europa”, possiede il 40% del territorio ricoperto da foreste, di cui gran parte inclusa in aree protette e con un forte aumento di neoformazioni forestali non gestite.

Nonostante la presenza di vaste aree boscate i prelievi legnosi interessano, sul livello nazionale, all’incirca il 18-37% degli accrescimenti di biomassa, valori questi molto al di sotto della media europea meridionale, pari a circa 62-67%, in Abruzzo ci si attesta su prelievi di circa il 2-5%. Quindi molto al di sotto anche della media nazionale.

Ciò comporta una diminuzione della funzionalità e stabilità degli ecosistemi forestali e loro maggiore vulnerabilità al cambiamento climatico, agli attacchi parassitari e soprattutto agli incendi.

In tutta la regione, ma concentrata prevalentemente nelle aree interne e marginali, è presente una vivace filiera forestale costituita da Comuni, Proprietari, Gestori, Cooperative e Ditte Boschive. In attività, nell’anno 2019 vi sono 292 imprese forestali (ATECO 02).

 

Tra queste spicca sicuramente il mondo cooperativo ed associazionistico, pioniere in Italia, partito con l’esperienza ultra trentennale del gruppo CO.L.A.FOR. (Consorzio Lavori Agro-Forestali – www.colafor.net) che ha dapprima riunito i braccianti in cooperative e poi riunito le stesse nel consorzio, che risulta essere uno dei più influenti e attivi, con soci ed attività in tutta Italia. La strada è proseguitata con la costituzione dei CONSORZI FORESTALI (www.consorziforestali.net), strutture miste pubblico-privata compartecipata dai comuni, comunità montane, che si occupano principalmente della pianificazione e dei tagli boschivi al fine di ricavarne legna da ardere, sia ad uso civico dei cittadini che per la vendita commerciale. Nel 2008 si è costituito il network dei consorzi forestali, FORESTABRUZZO (https://www.consorziforestali.net/consorzi/forestabruzzo) un consorzio di 2° livello, che rappresenta in Abruzzo il più autorevole e qualificato interlocutore per tutto ciò che riguarda la gestione forestale associata.

Lo strumento associativo permette infatti una più razionale gestione del patrimonio.

 

I Consorzi Forestali in Abruzzo gestiscono circa 25 mila ettari di superficie forestale.

 

Costatata la necessità di garantire la continuità aziendale ed occupazionale in territori marginali e nelle aree interne dove sovente la filiera forestale rappresenta una delle principali attività produttive, occorre però segnalare che le attività sono legate ad una lavorazione tradizionale per non dire arcaica: taglio con motosega, esbosco con ausilio di muli, allestimento e depezzatura manuali, col fine di produrre materiale energetico (legna da ardere o al massimo cippato).

Non vi risulta essere produzione di legname di pregio e marginalmente da opera (tronchi per tavolame e bancali).

Vi è inoltre un proliferare di tagli abusivi, anche in aree protette, che oltre ad arrecare danni ambientali, provocano l’immissione di materiale non certificato, illegale ed a un costo inferiore per via dell’evasione di contributi e tassazione, ciò a discapito dell’intera filiera.

 

A questa situazione a monte della filiera si contrappone a valle la bioedilizia con la recente costruzione di circa 1.130 edifici in legno per un valore prossimo a 700 milioni di euro su livello nazionale, anche nella nostra regione sono nate numerose imprese edili specializzate in bioedilizia, soprattutto dopo gli eventi del terremoto 2009 a L’Aquila.

Di queste però nessuna usa legno locale.

 

Anche l’output dell’uso energetico non sembra svilupparsi correttamente, come dimostrato nei recenti progetti BIO4ECO (www.regione.abruzzo.it/content/bio4eco-sustainable-regional-biomass-policies-game-changer) e FORESTENERGIA (www.forestenergia.net), nei quali la Regione Abruzzo, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l’Associazione Condotta Forestale ed i principali attori della Filiera, hanno analizzato le criticità riportate di seguito e cercato di stimolare un mutamento radicale nell’approccio e nell’uso delle biomasse forestali, promuovendo ed auspicando un nuovo modello di cooperazione e di filiera resiliente che metta al centro la gestione sostenibile, legale e certificata delle risorse forestali, mediante l’utilizzo efficiente dell’energia termica da legno e la minimizzazione degli impatti ambientali complessivi.

 

Di questo fenomeno di “strappo” tra i due estremi della filiera, generalizzato su tutto il territorio regionale, concorrono molteplici cause, anche concatenate tra loro: in primis burocrazia e mancanza di sostegno pubblico, mancata pianificazione, bassa qualità degli assortimenti, discontinuità delle forniture, globalizzazione della risorsa legno, utilizzo di materiale illecito (Due Diligence), mancanza di redditività delle utilizzazioni forestali, mancanza di R&S e di innovazione (anche di processo).

 

Inoltre è necessario intervenire anche alla luce dai mutamenti radicali emersi e che hanno di fatto rivoluzionato la prospettiva di settore, come il nuovo Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali (D.Lgs. 3 aprile 2018, n. 34) che sorpassa concettualmente la nostra Legge organica in materia di tutela e valorizzazione delle foreste, dei pascoli e del patrimonio  arboreo della regione Abruzzo (L.R. 4 gennaio 2014, n. 3) introducendo il concetto di GESTIONE ATTIVA E SOSTENIBILE, ovvero il principio rivoluzionario di dover collegare aspetti produttivi ed economici del settore con la salvaguardia dell’ambiente.

Si potrebbe semplificare: un bosco curato e coltivato (Silvicoltura) è più resistente ai fattori di vulnerabilità (Climatico, Parassitario, Incendi, ecc.)

 

Si evince quindi che, sebbene vi sia una domanda, non vi è risposta adeguata da parte delle base, vi è quindi un ENORME POTENZIALE INESPRESSO di sviluppo della filiera, mantenendo, anzi accrescendo il capitale “bosco”, nel pieno rispetto dei principi della Gestione Attiva e Sostenibile della risorsa legno.

 

[Fonti dei dati citati: ISTAT – CREA – INFOCAMERE – MOVIMPRESE - Strategia Forestale Nazionale per il settore forestale e le sue filiere (MIPAAF) – FORESTABRUZZO (Consorzi Forestali Associati)]

 

Volendo ampliare il ragionamento sul piano Nazionale ed Europeo:

Le R.R.N. (Reti Rurali Nazionali) suggeriscono di scambiare informazioni tra i gruppi operativi EIP e i G.A.L. (Gruppi di Azione Locale – LEADER+), che possono essere molto più attivamente coinvolti nella creazione di gruppi operativi EIP-AGRI collegando diverse persone o gruppi che hanno idee per progetti.

Nella nostra regione i GAL “montani” sono molto attenti ed attivi nel settore, avendo previsto, anche in questa programmazione come in passato, misure di sviluppo forestale dedicate e possono essere invitati ad aderire al partenariato (nella fase 2) per promuovere ad amplificare lo sviluppo del Gruppo Operativo FOR. INVICTA. In tal senso sono già stati presi alcuni importanti contatti che saranno messi a frutto nella partecipazione all’Accordo di partenariato.

 

Sul livello Europeo la rete EIP-AGRI sta raccogliendo le esigenze di ricerca dell'agricoltura e della silvicoltura al fine di fornire input per l'agenda di ricerca e per la creazione di gruppi operativi (PEI).  

 

All’interno del tema “FORESTRY è stato creato il FOCUS GROUP denominato “Sustainable mobilisation of forest biomass (SMFB)” (https://ec.europa.eu/eip/agriculture/en/focus-groups/sustainable-mobilisation-forest-biomass), composto da 20 esperti selezionati, che hanno analizzato le opportunità potenziali di incremento del settore (supply forest biomass).

Nel rapporto finale, pubblicato nel Febbraio 2018, gli esperti hanno fornito idee e spunti per i gruppi operativi.

 

Nel capitolo 5.2.2 introducono il termine “harvesting” (da harvester – una delle macchine innovative) per descrivere l’essenziale introduzione della meccanizzazione per incrementare l’efficienta, i volumi e diminuire gli impatti, nei differenti ambienti e condizioni del suolo Europeo e per l’avanzamento della silvicoltura stessa.

(wood supply chains) Riportando testualmente:

Successful mobilization of wood requires the close co-operation of various actors, including forest services, forest owners, forest owner associations and other groupings, forest entrepreneurs and the wider forest-based industries.”

Il successo è determinato dalla stretta (close) cooperazione tra i vari attori (Proprietari, Gestori, Associazioni e Consorzi, Imprenditori ed industrie Forestali di trasformazione).

 

Nel capitolo 5.3 si analizzano i profili delle parti interessate e i possibili benefici per il clima e l’ambiente.

“novel wood mobilization approaches inevitably require a wider inclusion of stakeholders in forest operations, policy and decision making.”

Nuovi approcci alla mobilitazione del legno richiedono inevitabilmente una più ampia inclusione delle parti interessate nelle operazioni forestali, nelle politiche e nel processo decisionale.

 

Nel capitolo 6.2 - 6.3 si richiama alla “call” dei Gruppi Operativi, auspicando, tra le altre, la tematica citata, oggetto del presente PEI: “Promotion and adaptation of existing “good practice” examples in order to transfer existing knowledge amongst practitioners and/or regions.” - ” Promozione e adattamento di esempi di "buone pratiche" esistenti, al fine di trasferire le conoscenze esistenti tra professionisti e / o regioni

“Collect existing and develop new practices and policies along value chains for increased and sustainable supply of wood and biomass according to the quality requirements” - Raccogliere le esistenti e sviluppare nuove pratiche e politiche lungo le catene del valore per una maggiore e sostenibile fornitura di legno e biomassa in base ai requisiti di qualità

 

Sintetizzando, tutto il rapporto finale è incentrato sulla collaborazione della filiera pubblico-privata per un progresso ed uno scambio tecnologico nel settore forestale, passo fondamentale per il contenimento del Cambiamento Climatico e degli Impatti Ambientali.

[Fonte dei dati: EIP-AGRI Network]

 

 

Di seguito si evidenzia come anche nel nostro P.S.R. Abruzzo i fabbisogni descritti siano ampliamente contemplati:

Fabbisogni (Cap. 4 PSR)

4.2.3. F03. Migliorare e accrescere il livello di innovazione collaborativa tra imprese e ricerca

Il basso investimento privato in R&S e le limitate dimensioni aziendali limitano la capacità innovativa del sistema delle imprese agricole abruzzesi. Per superare questi limiti occorre favorire l’innovazione collaborativa e le forme di aggregazione finalizzate all’innovazione, sia per aumentare la capacità del sistema delle imprese di produrre investimenti finalizzati all’ innovazione superando la bassa capacità di autofinanziamento, sia per aumentare la diffusione delle innovazioni stesse tra le imprese.

 

 

4.2.4. F04. Migliorare la redditività delle imprese agricole, forestali e agroalimentari

La crescita della competitività e della redditività delle imprese agricole abruzzesi passa anche attraverso un utilizzo più efficiente dei fattori produttivi e il conseguimento di un più spiccato orientamento al mercato delle imprese.

Favorire l’innovazione di processo e di prodotto, la diffusione dell’ICT e l’introduzione di più efficaci moduli organizzativi agevola il conseguimento di una migliore capacità di gestione e favorisce l’integrazione delle fasi di produzione, trasformazione e commercializzazione delle aziende del settore.

Concorrono al medesimo obiettivo le iniziative mirate alla riconversione produttiva e gli investimenti diretti all’ammodernamento delle strutture, alla riqualificazione e alla differenziazione delle produzioni, all’integrazione delle fasi di trasformazione e commercializzazione a livello aziendale e di filiera, in particolare ove privilegino gli approcci collettivi.

La disponibilità di un ingente patrimonio boschivo va, infine, maggiormente utilizzata in direzione di una gestione attiva delle superfici forestali regionali, orientandola a pratiche ed interventi selvicolturali finalizzati all’ottenimento quali-quantitativo di assortimenti legnosi sia da opera che per la produzione di energia e/o calore.

 

In definitiva il tema del presente gruppo operativo è perfettamente incernierato all’interno delle tematiche Europee, Nazionali, Regionali e dei bisogni “dal basso” della filiera.


3.2 - Innovazione/i da introdurre:

La moderna meccanizzazione forestale, l’utilizzo di macchinari innovativi quali harvester e forwarder, teleferiche, escavatori, seghe mobili e cippatori, è in grado sia di contenere i costi delle operazioni di taglio, esbosco e condizionamento della biomassa da opera o energia, sia di limitare gli impatti climatico/ambientali complessivi.

 

I progressi sulle macchine forestali sono in continuo sviluppo e seguono idee sia di adattamento dall’ambito agricolo sia da nuovi filoni, per adattarsi ad esigenze specifiche. Si può prendere ad esempio il “Processore” ovvero una testa per escavatore o harvester in grado di afferrare, tagliare e sramare il tronco (in gergo “allestire”), per poi poterlo depezzare, movimentare ed eventualmente caricare, per esboscarlo tramite forwarder o skidder.

L’esbosco è possibile anche tramite teleferica, una gru a cavo, si varie grandezza, portate e lunghezze, che sono in grado di superare anche grandi dislivelli, sia in salita che in discesa.

Le tipologie sono assai diverse e vanno dalle semplici funi fissate ad alberi o pali a realizzazioni complesse con capacità di carico e livelli di automazione assai elevati. Possono essere a carattere stabile o mobili.

All’imposto (il luogo di raccolta del legname all’infuori del Bosco) è possibile movimentare il legnatico con l’escavatore, munito di pinze o con processore.

In casi di produzione di legname da opera, come travi e tavole, è possibile sia caricare i tronchi interi con destinazione una segheria, sia operare un primo taglio in loco, mediante una sega mobile. Essa è composta da un piano di carico e una lama orizzontale che seziona a piacimento il tronco. Le più avanzate possiedono anche un controllo PLC (programmable logic controller) o CNC (controllo numerico diretto da un computer esterno) e sensori laser per migliorare la precisione e la velocità del taglio.

In caso di scarti il Cippatore è in grado di sminuzzare le ramaglie a scaglie per la produzione di cippato, per poi “proiettarlo” su di un camion o uno scarrabile.

 

Inoltre, anche nelle attrezzature leggere, quale la Motosega, è in corso un’evoluzione che sta portando dall’uso di motori a scoppio a motori elettrici.

Ciò per la necessità di ridurre vibrazioni, rumore, calore ed inquinamento.

 

Nelle fasi preliminari, di progettazione e di controllo è possibile avvalersi di Droni, quadricotteri leggeri dotati di sensore ottico, GPS o altra strumentazione idonea (termica, multispettrale, ecc.), che permettono all’operatore di raccogliere dati ed analizzare la situazione in tutta sicurezza e a distanza, riuscendo a colmare facilmente i grandi dislivelli dei terreni montani.

 

Di tutte queste macchine ne esistono di diverse dimensioni, marche, ed accessoristica, in base all’utilizzo specifico, pendenze, carichi e al terreno.

 

È indubbio che le macchine offrono una flessibilità d’impiego e una efficienza operativa nettamente superiori rispetto alle attrezzature leggere, oltre a movimentare carichi superiori alla forza umana o animale.

 

In Europa sono largamente utilizzate nel Nord Italia, Austria, Francia, Romania, e nei paesi Scandinavi, dove oramai non è concepito un utilizzo boschivo senza l’utilizzo dei macchinari descritti.

 

Sono quindi tecnologie collaudate e disponibili sul mercato, ma non utilizzate dagli operatori nel territorio regionale e malviste dai responsabili pubblici per limiti concettuali.

sì è sempre fatto così”. Come in ogni innovazione, il nuovo spaventa.

 

 Altro aspetto da non trascurare è dato dagli elevati standard di qualità del lavoro e di sicurezza che le macchine innovative possono garantire agli operatori, in un settore che vede ogni anno lavorazioni arcaiche e pericolose, produrre infortuni ed incidenti sul lavoro, un’incidenza media di 4,5 episodi ogni 100 addetti.

[fonte: ISTAT-INAIL].

3.3 - Tipologia di aziende interessate all’innovazione

La filiera forestale in Abruzzo è composta da cooperative e ditte boschive, generalmente con un organico medio di 4-5 persone (una squadra forestale minima). Le più strutturate arrivano a oltre 20 persone, mentre in alcune zone, specialmente nel teramano, sono presenti delle micro imprese familiari di 1-2 persone.

In attività, nell’anno 2019 vi sono 292 imprese forestali (ATECO 02) dislocate su tutto il territorio regionale, particolarmente nelle aree interne, montuose e marginali del nostro territorio.

Le imprese ricomprese nel partenariato sono un campione esattamente rispondente alla casistica.

 

Tutte le imprese forestali abruzzesi sono potenzialmente interessate dall’innovazione proposta e si cercherà di coinvolgerne il maggior numero possibile.

[Fonte: INFOCAMERE - MOVIMPRESE]

3.4 – Obiettivo generale

Partendo dalle criticità citate, vuole essere il fulcro di questo progetto sostenere lo sviluppo di nuovi sistemi migliorati di ingegneria forestale, aumentando la disponibilità, la qualità e la redditività del nostro legname, migliorando la produttività dei boschi attraverso nuovi modelli selvicolturali, riducendo il costo del prodotto con la promozione di nuove tecnologie di raccolta, e aumentando la competitività e la diffusione delle innovazioni tra le imprese di utilizzazione, tramite l’introduzione di nuovi modelli di processo.

 

Si punta quindi a stimolare l’auspicato rilancio del legname made in Italy (e made in Abruzzo!) intervenendo nel cuore della filiera.

 

Solo con una filiera sana e capace di produrre reddito è possibile investire per poter pianificare e certificare e quindi poter proteggere le nostre foreste.

Si vuole accentuare quello spirito di resilienza innato (INVICTA) proprio dei silvicoltori abruzzesi, coniugandolo con l’innovazione e rendendo quindi più resistente l’intero settore alle crisi economiche e sociali delle aree marginali.

 

La sintesi dell’obiettivo generale:

Ottimizzazione dei cantieri forestali mediante l’introduzione di nuove tecnologie e modelli di processo per la raccolta del legname tramite una sperimentazione a vari gradi di meccanizzazione.

 

Perfettamente incentrato tra gli obiettivi dello Sviluppo Rurale:

Obiettivo III – Offerta di prodotti agricoli, forestali e ittici a costi di produzione decrescenti

302  - Nuovi sistemi migliorati di ingegneria forestale            

1.5 – Obiettivi operativi

Ci si attende un cambio di visione da parte degli operatori, che recepiscano i dati, i miglioramenti e le innovazioni sperimentate nel processo forestale.

Un passaggio dalle lavorazioni manuali ed arcaiche ad una lavorazione a vari gradi meccanizzata, ottimizzata per poter avviare una produzione quanto più efficiente ed efficace nelle nostre montagne ed aree interne.

Efficiente nell’eseguire le lavorazioni selvicolturali e garantire il rispetto di norme sulla sicurezza, la produttività, l’approvvigionamento necessario allo sviluppo di una moderna filiera.

Efficace nel contrastare il sommerso, i cambiamenti climatici e ambientali in essere.

 

Ci si attende una risposta dei territori e degli operatori agli incontri territoriali, un ampliamento all’aggregazione della filiera nel Gruppo Operativo ed una attiva partecipazione nella redazione del progetto innovativo.

 

Ci si attende infine una lenta ricucitura dello “strappo” descritto, colmando la distanza di domanda con la produzione costante di materiale certificato e di qualità.

1.6 - Approccio metodologico

Il Capogruppo FOREST MANAGEMENT si occuperà di coordinare in tutte le fasi i partner, di avviare l’animazione territoriale e di gestire la progettazione della Fase 2.

 

I referenti dei consorzi forestali (FORESTABRUZZO) si occuperanno di segnalare e selezionare i territori idonei alla sperimentazione, in base alle caratteristiche richieste dai consulenti del CNR, ed ottenere le autorizzazioni necessarie. Essendo legati al territorio e inglobando anche la parte pubblica (Comuni) si occuperanno inoltre di aiutare il gruppo ad animare il territorio e a reperire nuovi partner.

Le ditte boschive e le cooperative forestali partner forniranno dati ed esperienze per poter calcolare i rendimenti e confrontarli con i miglioramenti proposti.

I consulenti del CNR quindi rileveranno tutti i parametri e li analizzeranno per fornire dati certi.

 

Il coordinamento si terrà mediante 5 incontri, esclusi i singoli incontri tecnici propedeutici alle attività, e potrà avvenire sia nella sede del capofila e/o dei partner sia, considerata l’epidemia COVID19, per via telematica.

 

Il fulcro del progetto (fase 2) saranno i cantieri sperimentali e dimostrativi, nei quali tutti i partner e gli operatori di settore interessati potranno liberamente partecipare, apprendere ed interagire con i macchinari innovativi.

In questa fase ci si avvarrà dell’esperienza degli esperti del CNR-IBE, riconosciuti come i referenti nazionali in questo settore.

Gli esperti selezioneranno i macchinari e le lavorazioni in modo da avere vari gradi di meccanizzazione, in varie situazioni operative.

 

Si predisporrà un INDICATORE DI EFFICIENZA, un algoritmo basato su parametri misurabili di legati alla produzione quali:

•         Tempo;

•         Quantità;

•         Qualità (dati selvicolturali);

•         Sicurezza;

•         ecc. (si entrerà nel dettaglio nella Fase 2, alla redazione del progetto)

 

in modo da poter avere un database sulle performance, da poter utilizzare come riferimento ed analizzare l’incremento di produttività e sostenibilità ambientale delle imprese coinvolte:

·         nelle singole lavorazioni;

·         nel complessivo aziendale;

·         nell’intera filiera;

 

ed ottenere dei parametri di benchmark, utile alle imprese per compararsi con le migliori e soprattutto di apprendere da queste per migliorare.

 

Si entrerà più nel dettaglio nella redazione e progettazione della Fase 2.

1.7 - Divulgazione delle innovazioni ad altre imprese

La divulgazione e la comunicazione di tutte attività del Gruppo Operativo (Fase 1: di Avvio e Setting-up, Fase 2 di Funzionamento del GO e risultati finali), avverrà favorendo la più ampia partecipazione e diffusione possibile, prevendendo una pluralità di strumenti e momenti divulgativi.

Si utilizzeranno in primis i moderni strumenti informatici, predisponendo un sito internet di riferimento e pubblicando le notizie sui principali social network (Facebook, Linkedin, ecc), creando delle pagine e canali dedicati.

Tutti i Media prodotti verranno pubblicati sul canale dedicato YouTube.

Nella fase 1 si cercherà di coinvolgere il maggior numero di attori della filiera, sull’intero territorio regionale, per poter informare in merito all’idea progettuale ed animare il territorio regionale sugli obiettivi del GO, anche per ampliare e reperire nuovi partner.

Nella successiva fase 2 ed in particolare nei cantieri sperimentali i partecipanti verranno coinvolti tramite studyvisit con percorsi guidati, assistendo in diretta ed argomentando le innovazioni introdotte ai processi produttivi.

I dati raccolti in campo saranno presentanti in seminari pubblici dedicati e resi fruibili a tutti sul web.

Tutti i partner così formati si impegneranno ad applicare e comunicare le innovazioni verso i loro subappaltatori e fornitori.

Infine verranno pubblicati articoli su riviste specialistiche di settore (Sherwood, T&P, ecc.) e sul sito del CNR-IBE per una diffusione nazionale ed il riconoscimento istituzionale dei risultati.

 

Per la sua strutturazione, per l’impatto mediatico e l’ambizioso obiettivo, il progetto gode di piena e sicura replicabilità in futuro, dimostrandosi base per un nuovo approccio metodologico e di processo dei decisori regionali alla filiera forestale.

 

A tal fine si chiederà, alla conclusione del progetto, di essere inclusi nel network EIP - AGRI come “best practice” e di poter nominare un esperto di rappresentanza all’interno del FOCUS GROUP – “SUSTAINABLE MOBILISATION OF FOREST BIOMASS” colmando, inoltre, l’assordante vuoto esperienziale causato dalla mancanza di un esponente Italiano all’interno del gruppo di lavoro.

1.8    – Ruolo delle componenti del G.O.

Capofila - Impresa Forestale

FOREST MANAGEMENT - CONSORZIO PER LA GESTIONE FORESTALE ATTIVA E SOSTENIBILE

si occuperà di rappresentare e coordinare in tutte le fasi i partner, di avviare l’animazione territoriale e di gestire l’eventuale progettazione della Fase 2, garantendo il rispetto dei principi di trasparenza e favorendo la libera partecipazione di tutti gli interessati.

Si occuperà inoltre dei rapporti finanziari con la Regione Abruzzo, di monitoraggio fisico e di spesa e degli altri documenti e/o azioni necessari alla realizzazione del progetto.

 

Partner Operativo - Impresa Forestale

 

Le ditte boschive e le cooperative forestali partner saranno coinvolte nelle azioni di animazione territoriale, col doppio fine di ampliare il partenariato e di portare il loro contributo di dati ed esperienze per poter redigere il progetto innovativo, nelle successive fasi saranno oggetto di studio per calcolare i rendimenti e confrontarli con i miglioramenti proposti.


Partner Territoriale - Impresa Forestale

FORESTABRUZZO - CONSORZI FORESTALI ASSOCIATI

I referenti dei consorzi forestali si occuperanno di selezionare i territori idonei alla sperimentazione, in base alle caratteristiche richieste dal CNR, ed ottenere le autorizzazioni necessarie. Essendo legati al territorio e inglobando anche la parte pubblica (Comuni) si occuperanno inoltre di aiutare il gruppo ad animare il territorio e a reperire nuovi partner.

Saranno coinvolti per portare il loro contributo di dati ed esperienze e poter redigere il progetto innovativo.

 

Partner Istituzionale – Ente di Ricerca

CNR – IBE

Istituto per la BioEconomia

Dipartimento di Scienze Bio Agroalimentari – Consiglio Nazionale delle Ricerche

 

Sebbene, per ragioni legate alle tempistiche ed al COVID-19, non sia possibile inserire nel mandato l’ente di ricerca, questo verrà coinvolto attivamente ed invitato ad entrare nel successivo accordo di partenariato.

Peraltro è garantita già da subito la collaborazione degli Esperti dell’Ente, Dott. Spinelli Raffaele e Dott. Magagnotti Natascia, sia per aver collaborato informalmente alla stesura della presente idea progettuale, sia per la necessità del fondamentale apporto di esperienza, metodo ed analisi, fondamentale per i risultati del progetto.

Attività nella fase di avvio / setting up

Attività di avvio/setting up finalizzate all’impostazione del Gruppo operativo e alla definizione di un progetto innovativo nel settore agricolo o forestale.

Tali attività comprendono:

a) attività di coordinamento del team di progetto, informazione in merito all’idea progettuale e animazione nel territorio regionale sugli obiettivi del GO anche finalizzata all’acquisizione di nuovi partner necessari alla all’implementazione del progetto;

b) attività di realizzazione di studi di fattibilità tecnico – economica correlati all’idea progettuale e alla predisposizione del progetto innovativo;

c) attività di redazione del progetto innovativo.

Tempistica

Gli interventi finanziati della fase di avvio / setting up devono essere realizzati entro il termine di 6 mesi successivi dalla data di notifica della concessione del sostegno. 

Spesa ammessa per la fase di avvio / setting up

L’importo massimo di spesa ammessa è pari a € 20.000,00 a rimborso delle spese sostenute e rendicontate, con una intensità del sostegno pari al 100%.

Per la seconda fase (realizzazione del progetto innovativo) è previsto un importo massimo di spesa ammessa di € 130.000,00.